ATEEZ DIARY: FEVER PT.3
INTRO
La quarta rivoluzione industriale aveva incoraggiato l'avanzata della scienza e della tecnologia. Aveva anche portato all'espansione della vita umana fino a 200 anni. Con l'incremento dell'aspettativa di vita, anche l'educazione obbligatoria era aumentata. Erano previsti 40 anni di educazione per imparare le nozioni di base e i semplici principi per poter vivere in quel mondo.
Il governo centrale desiderava costruire una società utopica attraverso un sistema di Intelligenza Artificiale, rendendo così possibile rimuovere e controllare ogni singola variabile, per quanto imprevedibile. Fu di successo nel predire tutti i possibili esiti, permettendo al governo di assumere il controllo totale ma, ovviamente, c'era un problema che non potevano risolvere - le emozioni umane.
Applicando una tecnologia di deep learning, l'Intelligenza Artificiale che aveva identificato la nuova variabile come un bug, aveva creato una nuova piattaforma di mercato per stimare l'energia individuale, che era conosciuta come qualcosa di imprevedibile, e scambiarla. Dal momento che il governo aveva proibito ogni tipo di arte e che esercitava il controllo sulla nuova piattaforma di scambio energetico, la sensibilità, l'emozione e il libero arbitrio scomparvero gradualmente, e l'umanità finì in rovina nel tentativo di preservare quel nuovo mondo.
01 - JONGHO
L'arbitro annunciò il riavvio della partita. Il mio compagno di squadra intercettò la palla e me la passò. Con le mie grandi abilità di dribbling, attraversai il campo. Tentai un tiro da due punti per ovviare il blocco del mio rivale. La palla rimase sul cerchio di ferro del canestro e poi andò dentro.
"Sì, ho cambiato le sorti del gioco!". Con eccitazione, atterrai con entrambi i piedi dal mio tiro di successo quando, d'improvviso, mi ritrovai il pavimento davanti agli occhi. "Mi sono slogato la caviglia?", la vista mi si oscurò. Ma un momento prima di toccare terra, qualcuno mi afferrò per il braccio.
"Jongho!". Una voce familiare. Che avevo decisamente sentito prima. Chi potrebbe essere? Mentre i miei occhi mettevano lentamente a fuoco, la figura della persona che mi teneva ancora per il braccio iniziò a definirsi. Un dottore.
Il dottore sembrò ragionare profondamente prima di informarmi riguardo le sorti della mia caviglia. Disse qualcosa del tipo che non avrei avuto problemi a condurre una vita nomale, ma che la pallacanestro non sarebbe stata più un'opzione per me. Tutto ciò che poterono fare i miei compagni fu lasciarmi con uno sguardo di pietà negli occhi. Mi liberai della forte stretta che il dottore aveva sul mio braccio e urlai in loro direzione, ma si stavano già allontanando.
"Per favore portatemi con voi! Per favore, non lasciatemi qui!", gridai a perdifiato, disperatamente. Poi di nuovo, sentì qualcuno chiamarmi.
"Jongho! Choi Jongho!". Riuscivo vagamente a vedere il viso di Yeosang dietro alle spalle del dottore. Allungò le braccia per tenermi fermo mentre mi muovevo freneticamente. Sollevò il mio corpo e passò la maschera antigas dal suo viso al mio. Dopo aver inalato dentro e fuori un paio di volte, cominciai a distinguere le mie circostanze più chiaramente.
Eravamo seduti sull'orlo di un precipizio. Senza parole, guardai Yeosang in assoluta confusione. Lui mi strinse una mano e mi informò che la ragazza Grimes aveva ritrovato la sua voce. Poi, con un caldo sorriso disse, "Andiamocene da qui".
02 - YUNHO
La mazza che Left Eye mi fece oscillare contro mi mancò di un paio di centimetri e mandò in frantumi una finestra abbandonata. Mentre i pezzi di vetro si sparpagliavano in aria, io rimasi a fissarlo senza mai sbattere le palpebre.
Fece oscillare il bastone in modo ancor più sconsiderato. Tutto ciò che la mazza colpiva andava in mille pezzi. Mi avvicinai lentamente a lui. Sentivo le voci dei membri che tentavano di fermarmi. Ma una strana forma di pietà dentro di me, un'emozione inspiegabile per di più, mi portò a stargli di fronte senza paura. Left Eye teneva ancora stretta la sua mazza, ma le pupille gli tremavano. Sembrava che l'allucinazione stesse svanendo.
"Non è colpa tua." Quando lasciò cadere la mazza, anche Left Eye fu trascinato a terra come fosse un giocattolo senza vita. "So che non hai mai avuto l'intenzione di far del male a nessuno".
Alzò lo sguardo con occhi addolorati e lasciò cadere le lacrime - insieme alle emozioni che aveva tenuto a lungo dentro di sé. Doveva aver vissuto molti giorni con il peso della colpa in seguito alla morte di sua figlia. E se, se solamente non l'avessi mandata lì quel giorno. Se fossi stato lì con lei, e se, e se...
Guardarlo era come vedere me stesso spogliato di tutto davanti ad uno specchio.
03 - MINGI
"Quei ragazzi salveranno i Black Pirates".
Navigando verso il bunker degli Android Guardians, uscì sul ponte mentre i membri si stavano già addormentando. In lontananza, sentì il piccolo Grimes pronunciare quelle parole con la voce ricca di convinzione. Non volendo unirmi alla loro conversazione, mi nascosi in silenzio.
Stavano guardando un video della figlia di Left Eye che danzava e rimpiangevano i momenti in cui potevano cantare e ballare quanto volevano. Si confortarono a vicenda dicendo che presto avrebbero salvato i Black Pirates e che tutto sarebbe tornato alla normalità.
"Guarda il mare." Gridò la piccola Grimes, con la sua voce ritrovata. Il mare, che aveva assorbito il vivido color arancio del tramonto ondeggiava sotto di loro. Era bellissimo.
"Mi mancava questo nella mia vita", disse Left Eye, aggiungendo che era stato accecato dal passato e che aveva vagato senza sosta e senza una meta. Per un po' rimasero a guardare il mare in silenzio. Come se tutte le preoccupazioni del mondo fossero scomparse, i fratelli Grimes iniziarono a canticchiare una canzone. A poco a poco, si fecero più rumorosi. Left Eye ballava giocosamente. Anche se faceva un po' ridere, era meraviglioso. Non mi accorsi di essermi lasciato sfuggire una risatina.
Il vento calmo mi solleticava i capelli. Il mare brillava come se contenesse al suo interno una perla. Col passare del tempo, Left Eye e i fratelli Grimes continuarono a cantare e ballare insieme. Qualcuno disse, "Ballare è come il minimo l'indice della più piccola volontà di vivere. Quindi, le persone ballano quando sono sull'orlo della disperazione."
Era vero, e avrei potuto continuare a vivere senza rendermene conto. Non riuscivo a vedere il presente perché ero turbato da disgrazie del passato.
Il sole senza speranza si nascose dietro l'orizzonte e le stelle della speranza fecero la loro comparsa nel cielo. L'ondeggiare del mare illuminato d'arancio svanì mentre le onde abbracciavano le stelle splendenti.
04 - WOOYOUNG
Il tardo pomeriggio del giorno seguente, finalmente arrivammo sull'isola. Dalle ombre allungate del sole pomeridiano vedevo pensioni e lettini solari. Quando misi piede sulla sabbia, sentì il calore salire ed investirmi. In passato l'isola era stata considerata un paradiso turistico. Tuttavia, nessuno l'aveva più visitata per le vacanze da quando, in questo mondo, il prendersi una pausa e il viaggiare erano diventati insignificanti e privi di valore.
Per assicurarci una fuga rapida, Left Eye e i fratelli Grimes rimasero sulla nave. Camminammo a lungo sull'isola alla ricerca del posto in cui avremmo trovato il bunker degli Android Guardians. Lo trovammo facilmente, spazzato dal vento giallo dell'isola deserta.
Quando arrivammo a destinazione, ci trovammo di fronte ad una galleria d'arte nel bel mezzo dell'isola. Una galleria... Avevano bandito ogni tipo di arte, era ironico che ci avessero costruito il loro bunker e si fossero stabiliti proprio lì. Attraversammo l'atrio vuoto e ci dirigemmo in direzione della mostra. Il vapore dorato sprizzava in continuazione dal punto in cui una freccia indicava l'inizio del percorso dell'esposizione.
Alcuni Android Guardians ubriachi erano sdraiati sul pavimento. E alla fine della sala, vidi gli uomini con i Fedora Neri intrappolati in una prigione di vetro.
05 - HONGJOONG
C'era un uomo alla fine del corridoio invaso dal fumo. Per essere più precisi, loro erano lì, gli uomini con i Fedora Neri che avevamo incontrato nei nostri sogni. Uno di loro era abbandonato contro il muro, si reggeva a malapena in piedi. Il mio istinto mi disse che dovevo salvarlo.
Mi lanciai contro la parete di vetro. Non si mosse. Mi ci scontrai di nuovo. L'uomo finalmente sentì il rumore e mi vide.
"Finalmente, sei qui" disse, e si scostò a malapena la maschera dal viso. Quando vidi la sua faccia, rimasi scioccato. Ero io. L'uomo aveva esattamente il mio stesso volto.
"Senti, ti abbiamo chiamato noi qui". Nel bel mezzo di quegli strani avvenimenti, riuscì solo a scuotere il capo.
"Siamo stati imprigionati qui e qualcuno deve fare il nostro lavoro. Potresti averlo già notato, ma questo mondo ha bisogno di un cambiamento."
"Perché dobbiamo essere noi? Perché abbiamo lo stesso aspetto?" Continuai ad interrogarlo, cercando di rompere il vetro che ci separava. Ma non riuscii a creare nemmeno una piccola crepa.
"Non ho abbastanza tempo per raccontarti tutta la storia. I Guardiani ci vedranno quando il fumo svanirà. Fai quello che faccio io". L'uomo mise una mano sul muro di vetro e ci disse di copiarlo. Lo facemmo.
"Tutti noi ci scontriamo con dei muri. A volte pensiamo che le nostre vite sarebbero più felici senza muri, ma non è vero. Se otteniamo le cose facilmente, potremmo perderle altrettanto facilmente".
Fronteggiai l'uomo e sentì un'energia indescrivibile vorticare accanto a noi, a prescindere da questa realtà incredibile - gli uomini con i nostri stessi volti, domande senza fine su questo mondo e tutto il resto. Poco dopo, stavamo indossando i loro abiti neri senza neanche essercene accorti.
06 - SAN
Mentre ero ancora stordito dalla comparsa dell'abito nero sul mio corpo, udì la voce dell'uomo con lo stesso aspetto di Hongjoong risuonare dall'altra parte del muro. "Dovete correre via prima che il fumo si dissolva" urlò.
Gli Android Guardians stavano bruciando nuova energia al centro della sala. Si trattava dei ricordi delle persone. Ne raccolsi dal pavimento alcuni che non erano ancora stati bruciati.
Il ricordo di una confessione d'amore. Il ricordo di una passeggiata sulla spiaggia con il cane. Il ricordo del primo viaggio con gli amici.
Erano tutti preziosi e indimenticabili. Quei ricordi erano la fonte per vivere e sperare. I Guardiani stavano bruciando la speranza delle persone ed erano ubriachi a causa del loro fumo. Sentì un'ondata di rabbia sopraffarmi. All'improvviso, Seonghwa gridò,
"Non vedo Yeosang!"
07 - SEONGHWA
Dopo che Yeosang scomparve, cademmo tutti in preda al panico e ci precipitammo all'istante nell'atrio. Fortunatamente, Yeosang ci corse incontro giungendo dal lato opposto della mostra. Con sollievo ci dirigemmo verso il salone dove era allestita l'esposizione. Mentre si guardava indietro, Yeosang tirò fuori un oggetto luccicante. Si trattava del Cromer.
Ci fu un breve momento di festeggiamenti, pensando che presto saremmo tornati a casa, poi una folla di Android Guardians si avvicinò a noi, venendo alle spalle di Yeosang. Il più grande dei Guardiani lo afferrò per la gola. Ci minacciò dicendo che se non gli avessimo consegnato il Cromer gli avrebbe spezzato il collo. Non c'era altro modo. Quando Hongjoong, tenendo il Cromer in mano, tentò di avvicinarsi a Yeosang, i Guardiani gli ordinarono di non avviarsi e di gettargli il Cromer da lontano.
"Non consegnarglielo! Una volta che lo daremo a loro, prenderanno anche noi!" gridò Yeosang. Si trattava della peggiore delle situazioni per noi. Se non glielo avessimo consegnato, Yeosang sarebbe stato in pericolo. Se però glielo avessimo ceduto, saremmo stati catturati tutti. Non potevamo permettere che Yeosang si sacrificasse per sette membri. Cosa avremmo potuto fare?
Hongjoong sembrava star pensato la stessa cosa mentre alternava lo sguardo tra noi e Yeosang. Annunciò la sua decisione con studiata lentezza. Disse che gli avremmo lanciato il Cromer se avessero lasciato che Yeosang si posizionasse tra noi e loro.
08 - YEOSANG
L'Android Guardian avrebbe potuto catturarci quante volte avesse voluto all'interno della galleria. Non ne dubitavo. C'era un modo per salvare me e tenere il Cromer? No, questi tipi erano ovunque.
Era colpa mia. Avrei dovuto stare più attento. I miei amici non sarebbero stati dispersi se non li avessi mai incontrati. Allora, non ci saremmo ritrovati in questo posto strano e pericoloso.
Pur rimpiangendo la mia negligenza, riuscì a fare qualche passo in avanti e pormi tra i Guardiani e i miei membri. L'Android Guardian gridò ad Hongjoong di passargli il Cromer. Io fissai lo sguardo sul Cromer nelle mani di Hongjoong.
Cosa sapevamo di quella clessidra? Mi chiesi, e mi venne in mente una risposta. Potrebbe essere un grosso rischio, ma non c'era altro modo.
Hongjoong lanciò il Cromer al Guardiano. L'oggetto sfrecciò nell'aria e io lo afferrai rapidamente, capovolgendolo. Gli Android Guardians rimasero confusi per qualche istante, ma iniziarono immediatamente ad inseguirmi. Quindi, distrussi il Cromer. Il vetro si ruppe e la sabbia schizzò dappertutto. Hongjoong tentò di afferrami la mano, ma mi sentì trascinare via. La luce lampeggiò.
OUTRO
"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei... sette." La voce tremante di San riecheggiò nell'aria pesante dell'alba. Quando ci svegliammo, ci trovavamo nel magazzino dove era iniziato il nostro viaggio, e tutto era come prima.
San non riusciva a credere che fossimo solo in sette. Si asciugò le lacrime e tentò di rimettersi in sesto. Tutti tacevano, fissandosi semplicemente negli occhi a vicenda.
"Jongho, Wooyoung, Mingi, Yunho, Seonghwa, Hongjoong e io..." San scosse ripetutamente la testa. Contò tra sé ancora e ancora con la voce annacquata dal pianto, poi gemette. Un'ombra di disperazione cadde sui loro volti.
"Cosa succederà a Yeosang? E se, come è accaduto a quel Black Pirate, se fosse stato..." Wooyoung non riuscì a terminare la sua frase. Un silenzio pesante riempì la stanza, e nessuno trovò una risposta alla sua domanda.
Hongjoong si alzò dal divano. Aprì i palmi delle mani e li mostrò ai membri. Erano pieni di sangue, con frammenti di vetro e granelli di sabbia ovunque. Si spolverò le mani e i pezzi rotti caddero a terra.
"Non avremmo dovuto essere lì, allora non sarebbe successo niente...".
Toc-Toc. Si sentì bussare. Il suono proveniva da una vecchia porta. Hongjoong la spalancò con espressione dura in viso. Non c'era nessuno. Qualcosa colpì la porta e cadde a terra.
"È il drone di Yeosang".
"Chi l'ha guidato fino a qui?"
Hongjoong spolverò il drone e lo posizionò in cima ad un cassetto. Rimase a fissare le luci che provenivano dalla porta socchiusa.
Lo sentivamo tutti. Yeosang era vivo.
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