HONGJOONG&JONGHO INTERVISTA PER MEN Noblesse!

L’energia e la sinergia tra Hongjoong e Jongho degli ATEEZ: la forza che apre un nuovo capitolo per il gruppo.



Durante le riprese, mi sono reso conto ancora una volta della straordinaria energia dei due membri. Mi avete detto che erano passate solo poche ore dal vostro ritorno da Jakarta! 

Hongjoong: Grazie. (ride) Ci siamo divertiti entrambi, pensando che fosse un tipo di contenuto che raramente abbiamo occasione di mostrare. Jongho ha aggiunto: “L’idea di ‘prendersi una pausa durante un viaggio all’insegna della musica’ si allinea perfettamente con l’intento di ‘I Am A Singer’.


In questo servizio fotografico, è stato immortalato il processo di preparazione di ciascun membro per l’esibizione nella propria stanza durante il viaggio. Sono curioso di sapere come abbiate effettivamente preparato le performance negli hotel o nelle sale prove quando eravate a Monaco, in Germania.

Hongjoong ha risposto: “Al mattino ho l’abitudine di riscaldare la voce. Dato che nel gruppo mi occupo del rap, invece che concentrarmi sulle note alte o basse, mi baso sulla pressione della voce. Comincio emettendo suoni molto lievi e gradualmente li intensifico; in questo modo riesco a fare rap con maggiore facilità. A Monaco, dato che avevamo molte esibizioni serali, cercavo di non sforzarmi troppo durante il riscaldamento. Ah, la sunbae Sohyang ci ha insegnato un metodo per scaldare la voce, davvero utile. Il tempo trascorso con i sunbae è stato così memorabile che, in un certo senso, mi sento ancora come se stessi vivendo seguendo la routine di Monaco. A volte sembra che la sera debba ancora discutere la scaletta con loro.” (ride)


I Am A Singer, in onda a novembre, è un contenuto di un viaggio all’insegna della musica in cui si esplorano le culture e la musica di altri paesi alla ricerca del “proprio io” di artista. Mi viene da pensare che ci siano stati molti aspetti che vi abbiamo arricchiti (da questo punto di vista) durante la preparazione.

Jongho ha detto: “Fare un’esibizione di busking era uno dei miei obiettivi. E, personalmente, preferisco adattarmi alla musica suonata sul momento piuttosto che seguire una struttura rigida. È come indossare un vestito che mi calza alla perfezione. Anche se abbiamo lavorato con sunbae con un’esperienza musicale molto più profonda (della nostra), la comunicazione (tra noi) è stata molto libera. Proposte come ‘Sarebbe meglio diminuire un po’ il suono del pianoforte qui’ o ‘Che ne dici di aggiungere la chitarra in questo punto?’ sono state accolte con piacere.”

Hongjoong ha aggiunto: “Come ATEEZ, la maggior parte dei nostri concerti richiede lunghi preparativi e, solitamente, ci esibiamo davanti agli ATINY, il nostro fan club ufficiale. Ma I Am A Singer è basato su esibizioni di busking, una forma di spettacolo a cui non siamo abituati, e scegliere i brani è stato impegnativo. Abbiamo dovuto trasmettere emozione e divertimento solo con le nostre voci e canzoni, a persone che magari non ci conoscono. Abbiamo avuto l’opportunità di esplorare generi nuovi, allargando il nostro repertorio musicale e crescendo come artisti. È stato un momento in cui ho sentito di essere cresciuto come cantante.”


Essendo la vostra prima esibizione di busking all’estero, credo che sia stato un momento davvero speciale.

Jongho ha condiviso: “Anche se abbiamo spesso girato il mondo per i tour, fare busking è stata un’esperienza completamente diversa. Suonare per strada, immersi nello scenario urbano, ci ha permesso di vivere in modo più diretto il fascino del luogo. Mi ha fatto pensare a come ogni città del mondo avrebbe un’atmosfera diversa quando ci si fa busking, e forse è proprio questa la sua bellezza.”

Hongjoong ha aggiunto: “Tra i brani che abbiamo preparato c’erano delle canzoni pop, ma molte avevano testi in coreano. Durante il busking a Monaco, è stato commovente vedere persone che non sono fan del K-pop emozionarsi e divertirsi con la nostra musica. È stato un momento in cui ho realizzato ancora una volta che la musica davvero non ha confini linguistici.”


La frase “La musica davvero non ha confini linguistici” è davvero profonda. Sembra che questa consapevolezza possa dare una grande forza al prossimo tour mondiale “Towards the Light: Will to Power in Europa” che inizierà a gennaio.

Hongjoong ha risposto: “Sarebbe proprio bello se fosse così. Al momento siamo immersi nei preparativi per il tour. Più tempo dedichiamo a riflettere e a coordinarci, più aumenta l’aspettativa per ciò che potremo realizzare con questo tour.”


Ho sentito che questo sarà già il vostro quarto tour mondiale dopo The Expedition Tour del 2019. Provate ancora quella stessa emozione?

Hongjoong ha risposto: “Più che durante il lungo periodo di preparazione, è a partire dalle prove generali che l’eccitazione inizia davvero a crescere. Che si tratti di un mese o due, mentre ci prepariamo per un concerto tutti siamo concentrati per dare il massimo nelle performance, quindi non c’è molto spazio per sentirsi emozionati. Ma quando arriviamo alle prove finali e saliamo sul palco, quella scarica di adrenalina comincia a farsi sentire.”


Dopo eventi importanti come il Coachella, il numero di fan globali che riconoscono gli ATEEZ sta crescendo sempre di più. Avete notato qualche cambiamento nelle loro reazioni?

Jongho ha risposto: “Sì, lo sentiamo ogni volta che ci esibiamo. In realtà, è difficile percepire quanto i nostri fan ci amino se non siamo sul palco. Ma più grande diventa il luogo in cui teniamo il concerto, più cresce l’energia dei fan, e la sentiamo chiaramente. E grazie a quella energia, ritroviamo una forza nuova. Anche quando non siamo al nostro meglio, pensare agli ATINY che sono venuti a vederci ci dà una forza che non sapevamo di avere. Anche se il nostro pubblico è cresciuto abbiamo ancora molte cose da mostrare, siamo ancora un gruppo che ha tanto da dare.”


Alla fine, la conclusione è sempre la stessa: ‘Quando raggiungeremo la fine del nostro sogno, troveremo qualcosa che nessun altro artista ha mai mostrato.’ Crediamo che il nostro viaggio, chiamato ATEEZ, stia servendo proprio a questo. 

A proposito, ho sentito molti ascoltatori dire che “la musica degli ATEEZ è pregna del valore dell’energia”. Si è parlato soprattutto di canzoni come WAVE, WIN e WONDERLAND. Vi chiederei se ogni membro ha questo valore in mente quando interpreta i brani?

Hongjoong ha risposto: “Quando prepariamo una canzone, riflettiamo molto su come esprimerla. Dedichiamo anche molto tempo alla ricerca e allo studio di ogni pezzo. E in tutte queste riflessioni, credo che l’‘energia’ sia sempre una base fondamentale. Che si tratti di amore, di una ‘rivoluzione’ nel nostro universo o di storie più personali, l’energia che emerge dai desideri dei membri è probabilmente la ragione per cui molte persone parlano di questa nostra caratteristica. Credo che quando l’energia di ciascun membro si unisce alla sinergia di noi otto, possiamo rivelare la nostra forza intuitiva.”


C’è una visione che volete dimostrare come artisti K-pop attraverso gli ATEEZ?

Hongjoong ha risposto: “Quando parliamo tra noi membri di questo tema, la conclusione è sempre la stessa: ‘Quando raggiungeremo la fine del nostro sogno, troveremo qualcosa che nessun altro artista ha mai mostrato.’ Crediamo che il nostro viaggio, chiamato ATEEZ, stia servendo proprio a questo. È bello imparare dall’atmosfera di altri artisti o dei nostri senior, ma la cosa più importante è poter mostrare la nostra performance e la nostra musica. Qualunque sia il genere della canzone che rilasciamo o il tipo di performance che offriamo, vogliamo sentire dire: ‘Questa è musica degli ATEEZ’, ‘Solo gli ATEEZ possono farlo.’ Proprio come i nostri sunbae hanno tracciato la strada per noi, speriamo di aprire la strada anche per gli artisti che cresceranno.”




INTERVISTA A HONGJOONG

Dopo aver partecipato alla collezione Balmain per la primavera/estate 2025 a Parigi, sei subito volato a Giacarta, in Indonesia. Con tutto questo impegno, come fai a continuare a lavorare sui tuoi brani?

“Viaggiare in vari paesi significa avere la possibilità di fare esperienze diverse. È come se avessi un sacco di ‘input’ per l’ispirazione. Quindi cerco di esprimere tutta questa ispirazione anche quando sono all’estero. Ad esempio, durante il nostro viaggio a Monaco, ho cercato di dare forma a ciò che solo lì potevo sentire e immaginare. Queste esperienze sono un’opportunità preziosa che i fan ci hanno dato ora che abbiamo vent’anni, quindi penso che sia importante trasformarle in nuovi risultati.”


La tua passione per la creazione sembra davvero speciale. La prima volta che ho sentito il nome “Hongjoong” è stato nel 2021, con la cover di “Numb” dei Linkin Park, che ha ricevuto anche i complimenti da Mike Shinoda. Tendi a cercare qualcosa di nuovo e diverso dai brani originali, specialmente nei generi musicali più popolari?

“Sì, mi piace. Quando faccio una cover di un brano popolare, cerco sempre di aggiungere un tocco personale. Altrimenti non troverei il divertimento o la soddisfazione nel farla. ‘Numb’ è una canzone rock famosa, ma la versione che ho fatto non può essere considerata rock in molti aspetti. Mentre lavoravo sull’arrangiamento, ho mantenuto l’energia del brano originale, ma ho evitato di inserire la chitarra elettrica. Per me è stata una mossa audace, ma sono stato felice di vedere che i fan originali dei Linkin Park, così come Mike Shinoda, l’hanno apprezzata.”


Recentemente, qual è la fonte di ispirazione più grande per la tua musica?

“Le persone che mi circondano. Posso dirlo con sicurezza. Nei primi 2-3 anni dal debutto, traevamo molta ispirazione da film, serie TV e altri media. Pensavamo che fosse un modo per immergerci di più nel nostro universo. Ma poi, a un certo punto, ho cominciato a concentrarmi sulle storie dei fan e dei membri. A volte trovo ispirazione per i temi delle canzoni parlando con i fan durante gli eventi, oppure nelle concerti he ho con Jongho, come durante il busking a Monaco. L’ispirazione arriva in modo naturale e per questo motivo mi sto divertendo molto ultimamente.”


Nell’album giapponese “Birthday” che include tutti versi scritti da te, quali riflessioni hai fatto sulla composizione dell’album o sulla storia che racconta?

“È un album in cui volevamo riflettere sui nostri valori. Il brano principale, ‘Birthday’, porta il messaggio di affrontare la vita con fiducia e divertirsi come se fosse sempre il proprio compleanno. ‘ROYAL’, una canzone scritta da Mingi, parla del valore di sé stessi. Credo che il punto d’incontro tra queste canzoni sia proprio nella ricerca del nostro valore. Volevamo trasmettere il messaggio che ‘nessuno è come noi, e il nostro valore è intrinseco nel fatto che siamo nati così’.”


Parlando della tua visione, ho la sensazione che tu abbia sempre un grande piano in mente. Hai inviato un mixtape a una piccola agenzia senza audizioni o periodi da trainee, e così è nato il gruppo. Qual era la ragione speciale per cui hai scelto KQ Entertainment?

“La visione che la compagnia mi ha proposto era chiara: volevano creare un nuovo gruppo, e per me, che amo ‘creare qualcosa che non esiste’, sembrava la cosa giusta. (ride) In realtà, non avevo una chiara definizione del concetto di ‘idol’, mi piaceva solo scrivere canzoni e fare musica, ma quella visione mi ha colpito e mi ha fatto riflettere su cose che non avevo mai considerato prima. Inoltre, mi hanno dato grande fiducia nel creare la mia musica, quindi non c’era motivo di rifiutare.”





INTERVISTA A JONGHO

Dopo la prima settimana del Coachella Valley Music and Arts Festival, hai subito preso lezioni di canto. Ho sentito che l’energia era incredibile. Come mai hai sentito il bisogno di farlo subito?

“Non è nulla di speciale. Come vocalist principale del gruppo, penso che sia importante allenarsi costantemente. Non è tanto per il Coachella, ma dato che ero a Los Angeles, volevo prendere lezioni. E poi, quel giorno era l’unico giorno libero che avevo, quindi ne ho approfittato.” (ride)


Anche se era un giorno di riposo, hai dedicato del tempo a te stesso. Ti senti mai carente in qualche aspetto come cantante?

“Non posso dire che ci sia una sola cosa. Ci sono così tante persone che cantano bene, e quando ascolto o vedo i loro video, mi rendo conto che ho ancora molto da migliorare. Quando ho dovuto cantare un brano da solo, invece di poterlo dividere tra otto persone, la tensione e la pressione sono aumentate notevolmente. Per questo ho preso subito lezioni di canto, non solo per migliorare le mie abilità, ma anche per rinnovare il mio approccio mentale.”


Il tuo canto riesce a combinare sia capacità che resistenza. Tra le canzoni che hai cantato finora, qual è quella che ti ha fatto sentire maggiormente il desiderio di metterti alla prova?

“Penso che il debutto con l’album TREASURE EP.1: All To Zero sia stata la vera sfida per me. In quel periodo, avevo molte incertezze su come interpretare il ruolo di vocalist principale all’interno degli ATEEZ. I produttori mi dicevano spesso ‘non è quello che vogliamo’. È stato un momento molto impegnativo. Per creare un nuovo mondo, sapevo che dovevo adattare anche la mia voce a quel mondo. Ora, quando arriva il ‘cue’ in sala di registrazione, so subito cosa fare. Ho davvero fatto molta strada.” (ride)


Nonostante sia passato un po’ di tempo, la OST di A Day per il dramma tvN Loverly Runner continua a far parlare i fan, soprattutto per la tua emotività che la canzone ha dimostrato essersi evoluta. Come ti sei sentito quando hai sentito questi commenti?

“Non riesco nemmeno a descrivere quanto ero felice. Penso che non l’abbia mai detto prima, ma ricordo che quando ho registrato quella canzone, ero davvero in buona forma fisica. Gli sceneggiatori e i produttori erano soddisfatti, ma io volevo fare ancora meglio. Volevo mettere tutta la mia emozione nella canzone. Quando i fan del drama mi dicono che la mia voce si abbina perfettamente alle emozioni della trama, è quello il commento più gratificante per me. Mi sono sempre visto come una persona che può trasmettere emozioni attraverso le parole, ed è per questo che ho scelto questo lavoro. In questo senso, credo che questa OST mi abbia dato una nuova energia.”


Sembrerebbe che ‘cercare energia nella sfida’ sia un tema che guida gli ATEEZ. Quest’anno il gruppo ha celebrato il suo 6° anniversario. C’è qualche momento che ti piacerebbe ricordare come in “slow motion” tra tutte le esperienze vissute finora?

“Penso che il periodo in cui preparavamo il nostro primo album sia stato il più significativo. Non credo che ci sia mai stato un periodo in cui abbiamo avuto tanto tempo per preparare la nostra musica e riflettere. Poter rivivere quelle emozioni di sei anni fa, come il nervosismo, l’eccitazione e anche la paura, sarebbe fantastico. Voglio ricordare quel momento, quello che siamo riusciti a superare, e mantenerlo come un ricordo eterno.”


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